Quando una persona soffre di dipendenza affettiva tende a negare la presenza del problema e a giustificare i suoi comportamenti distruttivi dietro il sentimento che dice o crede di provare.
Questa tendenza a sminuire o negare del tutto il problema è tipico di qualsiasi forma di dipendenza e proprio per questo motivo è tanto difficile uscirne. Finché l’individuo non prende consapevolezza di ciò che sta succedendo nella sua vita, non cercherà l’aiuto necessario per mettere finalmente la parola fine al suo comportamento deleterio.
Cos’è la dipendenza affettiva
La dipendenza affettiva è stata definita per la prima volta negli anni ’70 e riconosciuta come un disturbo autonomo. Come tutte le dipendenze però mette in atto il tentativo di controllare le emozioni. Serve ad aumentare la sensazione di benessere di chi la sperimenta, cercando allo stesso tempo di alleviare la noia e il dolore.
Nella dipendenza affettiva, possono essere principalmente due le esperienze che provocano soddisfazione.
C’è chi prova un forte senso di attaccamento verso il proprio partner e teme sempre di essere abbandonato. Si vede l’altro come qualcosa di indispensabile, senza il quale non può vivere. A tal punto da vietare all’altro le proprie libertà.
Esiste in verità un’altra forma di dipendenza affettiva, ancor più difficile da riconoscere perché “l’oggetto della salvezza” non è una persona fisica ma bensì la propria fantasia romantica. Chi ha paura della solitudine e del rifiuto tende a rifugiarsi all’interno del proprio mondo interiore per non dover guardare in faccia la realtà.
Come riconoscere la dipendenza affettiva: i sintomi
Riconoscere i sintomi di questo problema non è semplice. Di per sé infatti una relazione include sempre una certa dose di dipendenza, specialmente durante il periodo dell’innamoramento, quando tutto è bello e il desiderio di condividere ogni attimo è forte.
Arriva un momento però in cui le cose devono necessariamente cambiare e raggiungere un equilibrio. Analizziamo le dinamiche di un rapporto sano e salta subito all’occhio che i due partner non si vietano di fare cose separatamente, hanno fiducia l’uno nell’altro e si concedono senza problemi e risentimenti i propri spazi.
Quando nella relazione si intromette la dipendenza affettiva, ecco che la persona dirige tutte le proprie energie verso il partner e dipende totalmente da lui. Tra i sintomi più comuni troviamo:
- Il bisogno di essere sempre rassicurato
- Difficoltà a inquadrare i propri obiettivi senza coinvolgere l’altro
- Si richiede di passare sempre più tempo con il partner, annullando un po’ alla volta le attività che all’inizio svolgevano in autonomia
- Aumenta a dismisura le richieste all’altra persona, a tal punto da vietargli le libertà
- La tendenza al controllo è determinata anche dalla gelosia e dalla possessività
- Annullamento della propria persona per soddisfare i bisogni dell’altro
- Tendenza ad assumersi le responsabilità del partner anche quando non vi è motivo per farlo
- Quando il partner non c’è si sperimentano sensazioni negative come l’ansia, la depressione, il panico.
- Tendenza a cercare partner simili o i quali a loro volta soffrono di dipendenze o disturbo del controllo.
- Si alternano momenti di lucidità, dove la persona sente vergogna per i suoi comportamenti, e altri in cui non è lucido.
Nonostante si tende a credere che questo disturbo è presente solo nelle relazioni amorose, la verità è che si può manifestare anche tra uno dei due genitori e il figlio, nell’amicizia oppure nei rapporti professionali.
Quali sono le cause, perché si manifesta la co-dipendenza?
Chi sviluppa una dipendenza affettiva verso un’altra persona deve andare a cercare le cause nel periodo della propria infanzia. E’ probabile infatti che l’ambiente intorno a loro non era riuscito a fargli sviluppare la struttura psichica adeguata.
Quando il bambino riceve l’errato messaggio di essere poco importante o non degno d’amore perde la fiducia in se stesso e idealizza invece l’altro.
Nella maggior parte dei casi, analizzando il rapporto con i genitori, quest’ultimi hanno espresso l’autorità che possiedono in modo eccessivo, iperprotettivi e invadenti nelle scelte dei figli, impedendo loro di essere spontanei, scegliendo sempre al posto loro. Non gli hanno dato l’opportunità di diventare persone autonome.
Al contrario è vero anche che la dipendenza affettiva nell’adulto si può sviluppare quando i genitori non impongono nessun limite al figlio.
Come uscirne e guarire
Il miglior modo per uscire dalla dipendenza affettiva è iniziare un percorso di psicoterapia. L’obiettivo è quello di superare la sofferenza e la tendenza di vivere il rapporto con l’altro come qualcosa di indispensabile per la propria esistenza e riprendere in mano la propria vita.
Durante il trattamento per eliminare la dipendenza affettiva, e vincere così il problema definitivamente, il paziente inizia con il terapeuta un percorso atto a far comprendere qual è la motivazione alla base della dipendenza.
Nella terapia il paziente ripercorre la sua relazione attuale e quella passata, proprio per andare alla ricerca di quegli eventi che hanno scatenato in lui questa sensazione di inadeguatezza.
Dopo serve modificare il tipo di legame attraverso la rielaborazione dell’esperienza negativa, il quale include anche che il paziente riesca a esprimere i propri bisogni senza timore.
Tutto questo però non serve se la persona non prende consapevolezza di ciò che sta succedendo nella sua vita e degli schemi mentali che mette in atto.