Scegliere consapevolmente e in modo autonomo di iniziare una terapia psicologica o psicoanalitica, è sicuramente già una mossa che si rivolge direttamente all’esigenza di un cambiamento. Come ci spiega la professoressa Nancy Williams, il paziente in questo caso, vedrà lo psicologo come quella figura in grado di rendere possibile il suo cambiamento.
Possiamo dire però, che ci sono diverse e molteplici condizioni vulnerabili, che nel corso della vita di ognuno non possono essere cambiate, quanto piuttosto accettate.
Dall’accettazione alla fiducia in sé stessi, in che modo è possibile gestire il cambiamento?
Nel caso in cui non sia percorribile una via che porta ad un cambiamento (come per la morte o la disabilità ad esempio) è necessario che il “cambiamento” venga inteso come accettazione e adattamento. Accettare “i propri attributi immutabili” diventa in questo senso e in questo contesto una necessità profonda.
L’evoluzione e il cambiamento per quello che riguarda le situazioni irrimediabili, passa quindi per il superamento inteso come consapevolezza.
Il ruolo dell’autostima nella gestione del cambiamento
Ovviamente però, si sente anche l’esigenza di cambiare situazioni che sono assolutamente rimediabili e su cui si può lavorare. Fondamentali in questo caso, sono soprattutto l’insieme di giudizi che l’individuo dà di sé stesso, come percepisce le sue abilità e capacità nei confronti del mondo e delle situazioni. Se ci si sente capaci e in gamba, sicuramente si sarà più propensi a gestire il cambiamento in modo positivo, partecipe e dinamico.
Al contrario, se la propria autostima non è così alta, ci si approccia alle situazioni di cambiamento con insicurezza e pessimismo.
È anche molto comune che le persone con una forte autostima cerchino il cambiamento per mettere alla prova le proprie capacità piuttosto che diversi lati di sé stessi. Chi invece gode di una scarsa autostima, spesso tende a rifuggire da situazioni diverse da quelle che già conosce.
Uscire dalla propria comfort zone
La “comfort zone” è per ognuno quell’area immaginaria in cui ci si sente al sicuro; può trattarsi di una relazione, di un lavoro, o di una situazione familiare. Si tratta di un perimetro in cui troviamo tutte quelle situazioni che diamo per certe e che forniscono a noi e alla nostra autostima sicurezza.
Non per tutti è percepito come problematico allontanarsi dalla propria “comfort zone”. Il cambiamento è infatti qualcosa che affrontiamo quotidianamente, senza problemi e soprattutto senza accorgercene. Partendo da quello che mangiamo a colazione, ai contatti sociali, fino agli spostamenti e all’interazione con quello che abbiamo intorno, ogni giorno è profondamente diverso dall’altro. Per quanto ripetitiva possa essere la nostra routine, ogni giorno ci svegliamo con un approccio diverso alla quotidianità, affrontando inevitabilmente il cambiamento continuo di ogni istante.
Come affrontare i cambiamenti secondo il modello di transizione
La paura di cambiare, è sicuramente strettamente connessa alla paura di perdere e abbandonare una parte di sé stessi. Lasciare una situazione che si conosce, per intraprendere qualcosa che è sconosciuto, può destare timori e insicurezze. Spesso però le nostre certezze, sono basate sulla percezione che abbiamo delle nostre esperienze e questo sistema può portarci ad avere delle paure infondate.
Cambiare punto di vista può davvero essere fondamentale per un cambiamento personale
Secondo Bridges, per esempio, la transizione, come processo per affrontare il cambiamento si presenta in tre fasi, che si susseguono più velocemente per quegli individui che sono più propensi al cambiamento e più lentamente per quelli che non lo sono.
Il punto di svolta è secondo Bridges quel momento in cui si manifesta la resistenza all’evidenza del cambiamento, in questa fase sono spesso sentimenti che vanno dalla rabbia, all’incertezza fino al rifiuto.
La zona neutra è il momento in cui l’individuo sta cominciando ad adattarsi e a capire la nuova situazione. Si possono riscontrare alta o bassa produttività, ansia o forte creatività.
Il nuovo inizio. In questa fase l’individuo è propenso all’apertura e al cambiamento, è energico e motivato a strutturare nuovi schemi per la propria vita.
Gestire il cambiamento in ogni caso vuol dire mettere in gioco una parte di sé stessi per affrontare dei movimenti che per la vita sono inevitabili. Cercare di essere presenti a sé stessi, per affrontare il mutare delle cose, con razionalità e positività, è già una carta vincente per rivolgerci verso nuove possibilità. Razionalizzare la propria paura è uno dei tanti step per superare il timore di cambiare, evitando di precludersi così la possibilità di un approccio propositivo al futuro.